Ascensore in condominio installato da alcuni condomini: diritti, costi e subentro

In ambito condominiale, l’installazione di un ascensore da parte di un gruppo di condomini rappresenta una questione particolarmente rilevante dal punto di vista giuridico e patrimoniale. La normativa vigente, in particolare l’art. 1102 del Codice Civile, consente al singolo condomino o a un gruppo di utilizzare in modo più intenso le parti comuni, a condizione che non venga alterata la loro destinazione e non si limiti l’uso agli altri.

 

L’installazione dell’ascensore su parti comuni a spese di alcuni condomini costituisce un’innovazione. Tuttavia, se i promotori sostengono integralmente i costi, non è necessaria l’approvazione assembleare prevista dall’art. 1120 c.c., ma si applica la norma generale sull’uso delle cose comuni.

 

In tal caso, l’ascensore non appartiene all’intero condominio, ma solo ai condomini che l’hanno finanziato. Si costituisce quindi una comunione parziale, distinta dal condominio generale. Gli altri condomini restano esclusi dalla proprietà e dall’uso dell’impianto, salvo che decidano in seguito di subentrare.

 

Il subentro è sempre possibile: i condomini che non hanno partecipato alla spesa iniziale possono acquisire la comproprietà dell’ascensore pagando pro quota le spese originarie, rivalutate secondo gli indici ISTAT, e le manutenzioni straordinarie sostenute nel frattempo. Il valore d’ingresso può essere ridotto in base all’obsolescenza e al logoramento dell’impianto.

 

Infine, qualora il gruppo di installanti abbia concordato un criterio di riparto specifico (es. quote uguali), esso sarà rilevante anche per la determinazione delle quote di accesso al subentro.

 

L’ascensore, dunque, può rappresentare un’innovazione utile e legittima, ma va gestito con attenzione per garantire equità tra chi ha sostenuto i costi iniziali e chi desidera beneficiarne successivamente.

 

Cordiali saluti

Lo staff

Gruppo Logicond